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Mitsubishi e un sistema di sicurezza per IoT basato sulle "impronte digitali" dei chip

Written By Unknown on Senin, 13 April 2015 | 23.45

Mitsubishi Electric, la Ritsumeikan University e la Japan Science and Technology Agency hanno collaborato allo sviluppo di un sistema di sicurezza che può essere impiegato per identificare i singoli chip sulla base di caratteristiche distintive univoche, una sorta di "impronte digitali elettroniche". L'annuncio è in realtà di qualche tempo fa, ma viene scoperto in questi giorni dal sito web Ieee Spectrum. Sviluppato pensando ai problemi di sicurezza di Internet of Things, questo sistema offre un mezzo per prevenire episodi di device spoofing così come un modo per autenticare software embedded che opera su dispositvi in rete e quindi prevenire l'introduzione di malware.

Il sistema opera proprio a livello del chip e si basa su un principio piuttosto ingegnoso. Sebbene due chip caratterizzati dalla stessa circuiteria logica producano gli stessi risultati quando elaborano i medesimi dati di input, è importante osservare che si verificano comunque piccole variazioni nel segnale (dovute ad esempio a piccole differenze nelle quantità di elementi droganti nei semiconduttori o ad altri materiali aggunti nel corso del processo di produzione) che comunque non vanno a compromettere il risultato della computazione.

I ricercatori che hanno lavorato al progetto hanno quindi pensato di contare il numero delle varazioni sfruttando una parte della circuiteria logica integrata nel chip. A seconda che il numero di variazioni contate per un dato segnale di input sia pari o dispari, viene "annotato" 0 come bit di output oppure "1". Questi bit, considerati in una opportuna sequenza, danno luogo ad una stringa identificativa. Per creare un ID unico viene utilizzata una serie di quattro segnali di input predefiniti a 32-bit, ciascuno di questi genera una stringa di 32-bit di 0 e 1 che si basa sulla conta delle variazioni. Un algoritmo si occupa di combinare i quattro risultati per produrre una stringa numerica di 128-bit univoca che è collocata nel registro del chip quando viene alimentato.

A questo punto è possibile architettare un meccanismo di sicurezza che prevenga i tentativi di installare malware all'interno di un device collegato alla rete. Sarà necessario quindi fornire il dispositivo, al momento della produzione, di una chiave di cifratura comune che verrà conservata nella memoria flash e che viene criptata essa stessa utilizzando l'identificativo univoco integrato nel chip ed ottenuto con il metodo descritto poco sopra. Il software che deve essere installato o aggiornato viene protetto dalla stessa chiave di cifratura comune. Perché esso sia installabile è necessario che il device utilizzi il proprio ID univoco per decifrare la chiave comune ed usarla per validare il software. Un software non legittimo sarebbe non protetto o protetto da una chiave differente, vanificando il processo di installazione.

Questo sistema permette inoltre di configurare i dispositivi in rete per operare solamente con altri dispositivi specifici ed evitare intrusioni esterne. Nel caso in cui un dispositivo A debba autenticare, ad esempio, un dispositivo B, il processo avverrebbe in maniera molto simile a quello della verifica per l'installazione del software: il dispositivo A genera una stringa casuale che viene cifrata utilizzando la chiave comune e quindi inviata a B dove vengono decifrati con lo stesso metodo descritto sopra. I numeri decifrati vengono quindi ritrasmessi ad A e se corrispondono a quelli generati casualmente, il dispositivo B viene autenticato.

Takeshi Yoneda, senior manager di Mitsubshi Electric per il dipartimento delle tecnologie sulla sicurezza delle informazioni, ha commentato: "La generazione di ID uinici, la cifratura e l'autenticazione occupa 15 mila stati logici del chip. Le tre funzioni impiegherebbero circa un terzo dello spazio che sarebbe necessario se fossero implementate separatamente. Dal momento che l'ID viene attivato quando il chip è alimentato, non c'è modo di poterlo desumere usando tecniche di reverse engineering.

Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, questo sistema è più efficace tanto più piccoli sono i transistor dei chip e le interconnessioni. Più piccoli, infatti, sono i componenti della circuiteria, maggiori sono le variazioni che è possibile contare. Attualmente vengono usati prototipi di ID a 128 bit ma è tranquillamente possibile arriare fino a 4096-bit, se eventualmente necessario, sebbene siano sufficienti 80 bit per coprire 100 miliardi di dispositivi differenti.

Questa tecnologia verrà inserita nei primi prodotti Mitsubishi a partire dal mese di aprile 2016, specie per quei prodotti destinati a mercati dove è essenziale un elevato livello di sicurezza come ad esempio quello dell'automazione industriale, automotive, bancario e quello dei dispositivi IoT critici.


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Intel: sempre più chip per i supercomputer, ma stop USA per quelli cinesi

Ad Intel è stato ufficialmente negato il permesso di vendere qualcosa come decine di migliaia di processori Xeon di ultima generazione alla Cina, destinati ad aggiornare uno dei più potenti supercomputer al mondo, Tianhe-2, attualmente equipaggiato con 80.000 Xeon. A porre il veto è il Department of Commerce USA, rifacendosi a una legge che regola le esportazioni.

Intel

In base a quanto affermato da diverse fonti, fra cui l'autorevole BBC, il veto è scattato nel momento in cui si sono accertati utilizzi di Tianhe-2 finalizzati alla ricerca sulle armi nucleari, non autorizzata dalla comunità internazionale. Un veto politico prima che commerciale, insomma. Intel in ogni caso ha anche motivi per festeggiare: lo stesso governo USA, sebbene attraverso lo United States Department of Energy, DOE, ha commissionato ad Intel una fornitura di chip Xeon e Phi per realizzate da qui a tre anni il supercomputer Aurora.

Aurora fornirà una potenza computazionale di ben 180 petaFLOPS al momento dell'attivazione, prevista fra tre anni. Attualmente il supercomputer più potente è, guarda caso, proprio il cinese Tianhe-2 con 54 petaFLOPS, due volte più potente del supercomputer USA in seconda posizione, Titan (27 teraFLOPS).

La commessa USA ha il valore di ben 200 milioni di dollari e sono molte le aspettative di Intel per il progetto, che comprenderà le tecnologie Silicon Photonics e il parallel file system Lustre.


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LG G4 con scocca in vera pelle e batteria rimovibile: ecco le immagini ufficiali

Una pagina web avvistata da Evan Blass, adesso naturalmente eliminata dagli occhi indiscreti dei curiosi, ha mostrato nei giorni scorsi una serie di dettagli sul prossimo LG G4, smartphone che non vedrà la luce prima del 28 aprile. Oltre ad informazioni sensibili sullo smartphone, come dimensioni e risoluzione del display, materiali utilizzati o specifiche della batteria, dello smartphone sono apparse una serie di immagini ufficiali che lasciano ormai poco spazio a dubbi.

LG G4

Secondo le slide pubblicate, LG G4 adotterà un display "Quantum" da 5,5 pollici a risoluzione 2560x1440 e una fotocamera posteriore da 13 megapixel con apertura f/1.8. Quest'ultima è di fatto una piccola incongruenza, e fa pensare che le specifiche riportate sul sito possano essere ancora soggette a modifiche. Solo pochi giorni fa i coreani annunciavano le specifiche della fotocamera, con un sensore da 16 megapixel, non 13, e sistema di lenti f/1.8.

Sul sito si leggeva inoltre che LG G4 sarebbe stato rilasciato con Android 4.4 KitKat, caratteristica ormai fuori luogo per un dispositivo di fascia alta. Le incongruenze potrebbero farci pensare ad un falso, tuttavia le immagini sembrano essere realmente le ufficiali che accompagneranno il rilascio del prossimo top di gamma. Fra le restanti caratteristiche tecniche si parla di una batteria rimovibile da 3.000mAh e uno slot per schede di memoria SD, elementi entrambi assenti sui concorrenti diretti di Samsung.

Sembrano invece più attendibili le immagini che accompagnano le slide. Viene confermata ancora una volta la scocca ad arco, mentre il display sembrerebbe perfettamente "flat". Lo smartphone sarà disponibile al lancio in varie tonalità di colore diverse, così come anche in versione con retro in vera pelle, anch'essa proposta in varie colorazioni. Non mancherà inoltre la tradizionale Flip Cover, che permetterà di avere accesso ad alcune porzioni del display anche quando chiusa.


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iTunes 12

scheda aggiornata 2 ore fa

Tool di Apple che permette di generare, gestire e archiviare tracce audio in differenti formati, oltre ad accedere a iTunes Store per acquistare canzoni.


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110 immagini piene di nostaglia: ecco com'era internet 20 anni fa

Anno 1996, per molti di noi non è così distante. Certo, di cose ne sono cambiate, ma in venti anni non è facile assistere a rivoluzioni epocali. Almeno non al di fuori della rete: a farci venire un po' di nostaglia e, perché no, farci sentire "pionieri" della nuova tecnologia, ci ha pensato un nuovo pezzo di Business Insider che riporta una serie di screenshot di siti internet provenienti da un documento di Morgan Stanley datato 1996. Prima di lasciarvi alla galleria di immagini, un po' di storia.

Internet venticinque anni fa

Il concetto di internet risale agli anni '60 e per fini militari. Gli Stati Uniti teorizzavano la realizzazione di una rete globale in cui tutti i computer venivano collegati insieme, con il primo fulgido esempio arrivato nel 1969 con ARPANET. Con questa, le comunicazioni avvenivano attraverso un'architettura client/server, con applicazioni Telnet ed FTP. La posta elettronica nasceva nel 1971, mentre l'anno successivo ARPANET diveniva pubblica negli Stati Uniti.

Ma il web era uno spazio ancora molto diverso da come lo vediamo oggi. Dobbiamo aspettare il 1989 perché venga pubblicata la prima pagina in assoluto: un "brutto, ma affascinante" agglomerato di link" con cui "nasceva quel fenomeno di grande portata di cui oggi non possiamo fare a meno", come la avevamo definita in un pezzo dell'anno scorso. Ma la svolta definitiva avviene nel 1991, anno in cui il CERN in Svizzera partoriva il World Wide Web.

Da allora i siti potevano contenere solo testo ed ipertesto, mentre con la nascita del web potevano essere integrati anche immagini, suoni e quella che veniva definita "interfaccia utente". Tutti elementi decisamente accattivanti, anche se ad oggi i siti di venti o venticinque anni fa ci fanno un po' tenerezza. Privi della complessità introdotta dai nuovi standard, e decisamente essenziali, ecco come apparivano i siti dei primi anni del world wide web, in una galleria di XX immagini.


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Fowa Photo Tour: oggi a Catania, giovedì a Napoli per vedere dal vivo Like Me

in collaborazione con Fowa


Fowa Photo Tour: oggi a Catania, giovedì a Napoli per vedere dal vivo Like Me

"Oggi a Catania e giovedì a Napoli sarà possibile provare tutti i prodotti del catalogo Fowa, compresa la fotocamera Lytro e il servizio Like Me, che crea da un'acquisizione 3D fotografica un 'Mini Me' in scala in tre dimensioni"

Venerdì scorso a Palermo è iniziato il Photo Tour di Fowa, una vera e propria maratona a tappe forzate con cui lo storico distributore fotografico torinese risalirà tutta la penisola, mettendo a disposizione degli utenti tutto il catalogo, da provare sul campo, anche grazie alla sala posa che verrà allestita a ogni appuntamento. Durante la tappa di apertura a Palermo abbiamo incontrato alcuni dei nostri lettori di lunga data, ma abbiamo avuto anche l'occasione di farci fare una panoramica dell'iniziativa da Marco Cappati Marketing & Communication Manager di Fowa. Sarà possibile maneggiare tutta la gamma Panasonic e quella Pentax, compresa la medio formato Pentax 645Z, oltre a tutti gli obiettivi di casa Zeiss e della coreana Samyang: ciliegina sulla torta Lytro, che tutti potranno finalmente provare dal vivo per farsi un'idea delle grandi potenzialità.

Una delle ossature portanti dell'offerta Fowa è la neonata iniziativa Print House, presentata alla vigilia del Tour: si tratta di una suite di servizi chiavi in mano che Fowa metterà a disposizione della sua rete di fotonegozianti e che creerà nei negozi delle vere e proprie "Case della stampa" con una ampia gamma di servizi per gli utenti finali. Stampa che diventa anche 3D, grazie alla collaborazione con Sharebot, ma anche con il nuovo progetto Like Me, che descriviamo in dettaglio più avanti. In pratica il progetto abilita i fotonegozianti che decidono di partecipare a offrire tutti i servizi del portfolio o direttamente, dotandosi dell'hardware necessario, o indirettamente, facendo leva su altri punti vendita che fanno da service oppure appoggiandosi direttamente a Fowa. Stampa di foto con macchine Kodak, realizzazione di fotolibri, stampe Fine Art, ma anche progetti in tre dimensioni come Crystal 3D e progetti stampanti con tecnologia FDM a filamento fuso.

Molto particolare e unico nel suo genere è il servizio Like Me: attraverso un'acquisizione fotografica tridimensionale e utilizzando poi una stampante 3D a polveri a colori è possibile creare la propria 'action figure' in diversi formati, da 15cm fino a dimensioni in scala. Il progetto è una novità mondiale ed è sicuramente una cosa molto curiosa da vedere: un motivo in più per partecipare a una delle tappe del Photo Tour, che oggi si ferma a Catania e giovedì 16 sarà invece a Napoli. Per tutte le informazioni clicca qui.


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CrystalDiskMark

scheda aggiornata 1 ora fa

Utility che permette di analizzare le prestazioni del proprio hard disk, misurando le velocità di lettura e scrittura sia sequenziali che random.


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Il segreto sull'elevata autonomia di Surface 3: grandi batterie, piccolo hardware

Written By Unknown on Senin, 06 April 2015 | 23.45

Da un punto di vista puramente estetico, Surface 3 somiglia molto un tablet ARM con iOS e Android. È estremamente sottile e pesa poco più di 600 grammi ma al tempo stesso ha un'ottima autonomia operativa, almeno stando alle specifiche rilasciate da Microsoft. Il tutto, riuscendo ad eseguire applicazioni x86, e non limitandosi quindi alle Modern previste per architetture ARM come il suo predecessore.


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Da HP nuove soluzioni per semplificare lo sviluppo ed il mantenimento di app mobile

HP ha annunciato il rilascio di nuovi e rinnovati strumenti software per ottimizzare l'esecuzione di ogni fase del ciclo di vita di un'app mobile, dalla creazione al rilascio fino alla gestione della post produzione, per venire incontro alle esigenze di quelle aziende che vogliono offrire al pubblico esperienze mobile di qualità.

Del resto negli anni recenti le app mobile hanno assunto un'importanza sempre maggiore, rappresentando spesso il punto di contatto più importante tra un'azienda e il pubblico. Per questo motivo le aziende sentono l'esigenza di proporre applicazioni che offrano una grande esperienza d'uso, incontrando i desideri e le esigenze del pubblico in termini di prestazioni, disponibilità, sicurezza, qualità e context-awareness. La capacità di rispondere alle esigenze degli utenti consente di ottenere elevate valutazioni all'interno degli store delle app, portando quindi ad un miglior posizionamento delle stesse per attrarre nuovi clienti e maggiori ricavi.

Chi si occupa dello sviluppo di app sa bene quanto sia complesso tutto ciò, avendo a che fare con una variegata gamma di sistemi operativi, reti e piattaforme tutti in costante evoluzione ed espansione. HP cerca di semplificare questo processo fornendo una serie di soluzioni basate sulle proprie capacità di analitica Big Data, gestione delle operazioni IT e sicurezza.

HP ha rilasciato in particolare una nuova offerta che sfrutta la piattaforma Big Data HP Haven che permette alle aziende di controllare l'integrità e la robustezza delle loro app mobile e di misurare l'esperienza utente e il riscontro nel pubblico. HP App Pulse Mobile monitora e analizza costantemente prestazioni, stabilità e sfruttamento di risorse da parte delle app, fornendo inoltre un indice chiamato "FunDex" (qui un approfondimento) che offre una visione d'insieme dei fattori che incidono negativamente sull'esperienza utente e propone suggerimenti per risolvere gli eventuali problemi.

Per quanto concerne la fase di sviluppo e produzione, HP ha rilasciato una nuova versione di HP Agile Manager che si integra in realtime con HP Application Lifecycle Management per sincronizzare i team di lavoro e offrire a ciascuno informazioni aggornate e approfondite sullo stato di ciascuna release di applicazione. Lo stesso Application Lifecycle Management è stato aggiornato e semplifica la gestione dei test tra i team di sviluppo.

Proprio sul versante del testing HP ha rilasciato le nuove versoni di HP Mobile Center, HP Network Virtualization e HP Service Virtualization, tutti con lo scopo di semplificare il test delle app sui dispositivi e la verifica delle prestazioni su varie reti. Infine per la fase di post produzione si segnala il rilascio delle nuove versioni di HP LoadRunner e di HP Performance Center, unitamente a StormRunner Load, allo scopo di aiutare il team di sviluppo e mantenimento a fare fronte ai picchi di carico conservando disponibilità e reattività.

Le nuove versioni degli strumenti HP Application Lifecycle Management sono inoltre integrate con la suite di protezione delle applicazioni HP Fortify, che ha lo scopo di valutare la sicurezza dell'applicazione in ogni fase del ciclo di vita.

Tutti i nuovi strumenti sono già disponibili ed è inoltre possibile provare gratuitamente HP App Pulse Mobile a partire da questa pagina.


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Pesci d'aprile, FreeSync, Spartan, fotocamere da 80Mpixel per droni in TGTech

Bentornati a quello che non sarà più il consueto appuntamento con TGTech, perché qualcosa è cambiato. A partire da questo venerdì infatti TGTech si rinnova, aggregando news in video pubblicate giornalmente nell'arco della settimana. In questa edizione c'è un po' di tutto, come ad esempio l'approvazione del brevetto per le lenti a contatto con sensori e chip integrati, così come le novità riguardanti Windows 10 e Spartan esposte da Paolo.

I fratelli Grasso sono impegnati in campi differenti: Nino ci offre una panoramica dei migliori pesci d'aprile apparsi in questi giorni, anche ad opera di insospettabili aziende, mentre Rosario esce dopo giorni di test dal laboratorio di Hardware Upgrade con il frutto delle sue fatiche.

Il test del monitor Acer XG270HU, dotato della tecnologia FreeSync, recentemente annunciata da AMD, lo sta provando e non poco. I test servono per un articolo che uscirà nei prossimi giorni e che metterà a confronto le tecnologie FreeSync e G-Sync. Come vedremo nel dettaglio nell'articolo, la sincronizzazione tra schermo e scheda video nel caso di FreeSync viene realizzata tramite specifiche DisplayPort. Queste ultime, infatti, prevedono frequenze di refresh dello schermo di tipo adaptive, cioè che possano variare nel tempo in funzione di specifici comandi. Nel caso di G-Sync, invece, abbiamo un modulo hardware con circuiteria specifica installato all'interno del monitor.

Roberto parla direttamente agli appassionati di video e droni, facendoci sognare con una nuova Phase One iXU 80, videocamera pensata proprio per essere "appesa" a droni di alto lignaggio, portando sopra le nostre teste ben 80Mpixel. Non ci dilungheremo oltre; vi auguriamo una buona visione e soprattutto una buona Pasqua!


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Pesci d'aprile, FreeSync, Spartan, fotocamere da 80Mpixel per droni in TGTech

Bentornati a quello che non sarà più il consueto appuntamento con TGTech, perché qualcosa è cambiato. A partire da questo venerdì infatti TGTech si rinnova, aggregando news in video pubblicate giornalmente nell'arco della settimana. In questa edizione c'è un po' di tutto, come ad esempio l'approvazione del brevetto per le lenti a contatto con sensori e chip integrati, così come le novità riguardanti Windows 10 e Spartan esposte da Paolo.

I fratelli Grasso sono impegnati in campi differenti: Nino ci offre una panoramica dei migliori pesci d'aprile apparsi in questi giorni, anche ad opera di insospettabili aziende, mentre Rosario esce dopo giorni di test dal laboratorio di Hardware Upgrade con il frutto delle sue fatiche.

Il test del monitor Acer XG270HU, dotato della tecnologia FreeSync, recentemente annunciata da AMD, lo sta provando e non poco. I test servono per un articolo che uscirà nei prossimi giorni e che metterà a confronto le tecnologie FreeSync e G-Sync. Come vedremo nel dettaglio nell'articolo, la sincronizzazione tra schermo e scheda video nel caso di FreeSync viene realizzata tramite specifiche DisplayPort. Queste ultime, infatti, prevedono frequenze di refresh dello schermo di tipo adaptive, cioè che possano variare nel tempo in funzione di specifici comandi. Nel caso di G-Sync, invece, abbiamo un modulo hardware con circuiteria specifica installato all'interno del monitor.

Roberto parla direttamente agli appassionati di video e droni, facendoci sognare con una nuova Phase One iXU 80, videocamera pensata proprio per essere "appesa" a droni di alto lignaggio, portando sopra le nostre teste ben 80Mpixel. Non ci dilungheremo oltre; vi auguriamo una buona visione e soprattutto una buona Pasqua!


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Apple: accertamenti sul servizio musicale ancor prima della sua nascita

Questa estate Apple potrebbe effettuare il rebrand di Beats Music lanciandolo come servizio proprietario e con una nuova veste grafica. Tuttavia, il rilascio della novità potrebbe essere compromesso dall'Antitrust europeo, che ha già avviato delle indagini sul nuovo software ancora prima che il prodotto sia ufficializzato e i lavori di sviluppo portati a conclusione.

Beats Music è un concorrente di Spotify, un servizio per l'ascolto musicale in streaming. Si tratta di una categoria di prodotto che ha cambiato sensibilmente le modalità d'ascolto della musica liquida, con gli utenti passati dall'acquisto dei brani all'ascolto "live" durante lo stesso download. Se pensiamo che iTunes funzionava con il vecchio concetto, è chiaro che Apple abbia un cocente interesse a passare al nuovo che avanza.

Soprattutto se consideriamo l'acquisizione miliardaria di Beats, la più costosa operata dal gigante di Cupertino in tutta la sua storia. Gli analisti già speculano sul lancio del nuovo servizio, prevedendone il successo: sfruttando la grossa base d'utenza di cui dispone nel settore mobile e la predisposizione alla spesa del cliente medio Apple, la società potrebbe infatti infliggere un duro colpo alle varie start-up che hanno faticato nel corso degli anni per ritagliarsi un nome.

Ma ancora prima di nascere Apple sta incontrando i primi ostacoli. Il Financial Times ha riportato giovedì che molte firme del settore musicale digitale e major discografiche sono state contattate dalla Commissione Europea a riguardo degli accordi che stanno trattando con Apple per il nuovo servizio. Attraverso un questionario, le compagnie hanno risposto a domande ben specifiche aventi l'obiettivo di indagare su eventuali condizioni illegittime.

Ad aver svegliato l'Antitrust europeo probabilmente alcune indiscrezioni riguardo ad un possibile costo inferiore del servizio rispetto ai concorrenti. Si tratta di un'eventualità possibile solo con condizioni diverse rispetto a quelle a cui devono sottostare Spotify e simili, con Apple che avrebbe potuto cercare di sfruttare la sua posizione dominante del mercato. Ma le indiscrezioni sono state smentite negli scorsi giorni, e sembra che il nuovo servizio di Apple - se ci sarà mai - avrà prezzi allineati a quelli delle proposte già esistenti sul mercato.


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Intel, nuovi SSD serie 750PCIe e 535 SATA, anche M.2

Intel ha rilasciato due nuove famiglie di Solid State Drive, molto differenti fra loro. La serie 750 è pensata per sistemi desktop casalinghi di fascia alta ad alte prestazioni così come per le workstation. Siamo di fronte a unità dotate di interfaccia PCIe, che può sfruttare la bandwidth di quattro linee PCIe 3.0, quadruplicando quindi il potenziale in termini di transfer fate rispetto ad unità SATA 6Gbps.

Due sono i formati (Add-in-Card simili alle schede video e 2,5 pollici), così come sono due le capienze, 400GB o 1,2TB. Le prestazioni cambiano molto in base proprio alla capienza, e alla conseguente capacità di saturare al meglio tutte le linee del controller. Il modello da 400GB è infatti accreditato di 2200MB/s in lettura e 900MB/s in scrittura, mentre il modello da 1,2TB si spinge fino a 2400MB/s in lettura e 1200MB/s in scrittura.


(Le proporzioni non sono quelle reali)

Più consumer è invece la seconda serie, adatta anche a sistemi embedded. La famiglia 535 è realizzata nel form factor da 2,5 pollici slim e in quello M.2 da 80mm sfruttando chip a 16nm, con un numero maggiore di tagli a disposizione. Disponibili unità da 120GB, 180GB, 240GB, 360GB per entrambi i formati, mentre con i 2,5 pollici si ha a disposizione anche un 480GB. A livello di prestazioni Intel dichiara per tutti i tagli 540MB/s in lettura e 480/490MB/s in scrittura. Intel non indica i prezzi, mentre la disponibilità dovrebbe essere immediata o comunque a brevissimo termine.


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Pacapong è un divertente gioco che mette insieme Pong, Pac-Man e Space Invaders

È assolutamente da provare perché è facile da scaricare e da installare e perché regala un coinvolgente tuffo nel passato. I giocatori, infatti, devono muovere due racchette virtuali ai lati come in Pong, mentre in centro si trova uno schema che ricalca uno dei livelli di Pac-Man.

Pacapong

Bisogna rimandare la pallina dall'altra parte cercando di intercettare le sfere che trasformano i fantasmini in fantasmini vulnerabili. Si può anche cercare di cogliere il piccolo logo di Space Invaders per dare un altro svantaggio competitivo all'avversario. Si gioca infatti in due in multiplayer locale.

Ma non è tutto! A tratti farà la sua comparsa sulla scena anche Donkey Kong che, come se non bastasse la già enorme confusione che imperversa sullo schermo, lancerà dei barili che i due giocatori dovranno assolutamente evitare!

Pacapong è interessante anche sul piano tecnico, pur restando ovviamente un giochino immediato installabile su quasi tutti i PC. La sua grafica, infatti, è a 1080p e il frame rate di 60fps. Inoltre, supporta il gamepad.

È disponibile per Windows, Mac OS X e Linux, le sue dimensioni sono di 5mb e lo potete scaricare gratuitamente da questo indirizzo.


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Su Galaxy S6 più bloatware che mai, in barba agli annunci di Samsung

Written By Unknown on Senin, 30 Maret 2015 | 23.46

Durante le prime fasi di presentazione di Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge, Samsung ha parlato più volte di "TouchWiz alleggerita". L'obiettivo dei coreani con i nuovi top di gamma è chiaramente quello di mettere a tacere la critica, che più volte si è scagliata sui prodotti della società lamentando problemi di natura hardware e software. Se sono tangibili i miglioramenti sul primo aspetto e sul piano del design, sul secondo sono ancora tutti da verificare.

Samsung Galaxy S6

In un primo momento si pensava che Samsung volesse eliminare l'obbligo di mantenere installate sullo smartphone le applicazioni native proprietarie e non. Sembrava inoltre che queste potessero essere proposte in numero inferiore rispetto al passato, tuttavia, non sembra che sarà così. Attraverso un nuovo report di Gizmodo, infatti, si scopre che le applicazioni preinstallate sui nuovi dispositivi coreani sono addirittura aumentate, diventando 56.

Sei in più, come precisa la fonte, rispetto a quelle che trovavamo installate su Galaxy Note 4, per un numero che non ha precedenti nella recente storia di Samsung. Fra queste troviamo anche app non indispensabili, come WhatsApp o Instagram, oltre alle native S Voice ed S Health. Molte delle app potranno essere disabilitate e non disinstallate, differentemente da quanto riportavamo pochi giorni fa. In paragone, dispositivi come il Moto G, vicini alla stock di Android, integrano circa 33 applicazioni preinstallate.

Il tutto si traduce con uno spazio di archiviazione decurtato di ben 8GB al primo avvio, questione che Samsung ha puntato di risolvere innalzando il taglio minimo da 16 a 32GB per la versione entry level del prossimo top di gamma. In questo modo avremo circa 24GB di storage disponibile ed utilizzabile al primo avvio, rendendo meno indispensabile - ma non inutile - la presenza dello slot per scheda di memoria esterna, che è stato eliminato per motivi legati al nuovo design premium.

Per chi ha la necessità di archiviare un quantitativo di roba superiore può rivolgersi al servizio OneDrive, disponibile nativamente, o acquistare il modello da 64GB in cui gli 8 decurtati dal bloatware pesano naturalmente meno. Ma se Atene piange, Sparta non ride, dice un proverbio: anche la diretta rivale HTC è stata criticata per le politiche adottate con il nuovo One M9, il quale dispone al primo avvio di soli 21GB di spazio libero, 3 in meno rispetto ai nuovi Galaxy S6.


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La Commissione Europea vuole il mercato unico digitale

Uno dei pilastri su cui poggia l'Unione Europea è il mercato comune, ovvero la possibilità per i cittadini europei di acquistare e vendere servizi ovunque nel territorio dell'Unione. Uno dei paradossi più significativi è però rappresentato dal mercato digitale che, sebbene sia quello meno vincolato dal punto di vista geografico, è quello dove ancora esistono una serie di ostacoli e barriere. La Commissione Europea, allo scopo di cambiare rotta su questo fronte, ha annunciato la nuova Digital Single Market Strategy, che si rivolge in particolare a tre aree.

La prima di esse, le cui iniziative rientrano nel cappello "Miglior accesso per consumatori e aziende a beni e servizi digitali", riguarda due argomenti tra i più spinosi, ovvero il copyright e le misure cosiddette di "geo-blocking". Osserva infatti l'Unione: "Troppi Europei non possono fare uso di servizi online che sono disponibili in Paesi diversi da quello in cui vivono o si trovano, spesso senza giustificazione alcuna, o vengono deviati verso store locali con prezzi differenti. Queste discriminazioni non possono esistere in un mercato comune".

La rimozione delle misure di geo-blocking trovano e troveranno una forte resistenza da parte di quelle compagnie che usualmente vendono diritti di copyright su base nazionale e che, per questo motivo, appoggiano il geo-blocking per poter continuare a beneficiare della frammentazione geografica. L'Unione Europea è inoltre impegnata ad affrontare una attenta valutazione della Copyright Directive, ovvero ciò che governa le leggi sul diritto d'autore in Europa, campo dove la Commisione vuole "modernizzare le leggi di copyright e assicurare il giusto bilanciamento tra gli interessi dei creatori e quelli degli utenti o consumatori".

La seconda area di intervento è volta a "Dare forma all'ambiente affinché prosperino reti e servizi digitali". In questo caso si tratta di investimenti nelle infrastrutture di telecomunicazioni, gestione dello spettro wireless e attenta revisione delle regole per le telecomunicazioni ed i media. Una particolare attenzione sarà inoltre incanalata verso una nuova direttiva per la protezione dei dati. Al pari del tema del copyright, anche in quest'area vi è l'azione di molte realtà che cercano di promuovere ed appoggiare quelle norme che favorsicono i loro interessi e modelli di business, di norma a spese del pubblico.

L'ultima area di intervento raccoglie invece una serie di iniziative sotto il titolo "Creare una economia e una società digitale europea con potenziale di crescita a lungo termine" dove si ritrovano le usuali parole d'ordine di "cloud computing", "big data", "interoperabilità" ed una new-entry: il passaggio verso uno "Smart Industrial System" o "Industria 4.0".

La nuova strategia della Commissione Europea infonde sicuramente speranze in direzione di un miglior assetto del panorama digitale sebbene manchi, ora come ora, di vera concretezza. Altresì di dubbia concretezza è la tabella di marcia con cui queste misure potranno venir realizzate: alcune saranno ovviamente di più facile implementazione, ma inevitabilmente il lavoro sulla rimozione del geo-blocking e sulla riforma del copyright procederanno a rilento dietro la forte resistenza di quelle lobby il cui obiettivo principale è di rallentare il più possibile i passi del progresso.


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IObit Malware Fighter

scheda aggiornata 3 ore fa

IObit Malware Fighter 3 è un'utilità avanzata per la rimozione dei malware e la sicurezza di browser, il quale rileva e rimuove le infezioni e le online minacce, protegge il browser dalle truffe potenti e i comportamenti maligni in tempo reale. Con l'unica "Dual-Core" engine di anti malware di IObit, rileva in modo facile ed efficente i malware più profondi, come Spyware, Adware, Trojan, Key logger, Worm e Hijacker.

Le Novità Principali:

  • Database espanso da rimuovere più di 1,000,000 ultimi adware, rougeware, dirottatore del browser, etc.
  • Nuovo motore di generazione per una rilevazione più efficiente e una pulizia più approfondita.
  • Protezione più intelligente e più completa con il Security Guard.
  • Nuova protezione del browser ti aiuta di proteggere l'homepage, il search engine, la navigazione online ed i dati della privacy.
  • Nuova pulizia di Plugin/Toolbar rimuove maligni plugin e toolbar.
  • Nuovo Anti-Tracciamento per cancellare i nocivi dati di tracciamento.
  • Nuova protezione di DNS assicura la sicurezza del tuo conto.
  • Nuova Modalità Silenziosa per ignorare la notifica e ridurre il consumo di risorse.
  • Supporta Windows 10 Technical Preview.

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Samsung UE65JS9500, LCD 4K Curvo allo stato dell'arte

Manca davvero poco all'inizio della commercializzazione della nuova gamma di TV del colosso coreano Samsung che, per primo, in questo 2015 arriverà nei negozi con i proprio nuovi televisori SUHD. A partire da queste settimane appariranno infatti nei negozi e sugli scaffali dei centri commerciali i primi esemplari della nuova gamma di TV curvi UltraHD che Samsung ha mostrato un paio di mesi or sono in anteprima in occasione del CES di Las Vegas. In particolare il produttore asiatico è giunto con questa sua ultima linea di prodotti alla sere J e, proprio per questo motivo i nuovi TV saranno siglati con il prefisso JS seguito dal numero identificativo del modello.

Qualche giorno fa', abbiamo avuto l'opportunità di osservare in anteprima uno dei nuovi modelli SUHD della gamma JS di Samsung. Si tratta in particolare di JS 9500, ovvero il TV con pannello di dimensioni minori della fascia più alta di prodotti del produttore coreano. In questo caso eravamo davanti a un impressionante display curvo da 65" a risoluzione Ultra HD che costituisce il punto di partenza della serie 9500 con un prezzo di circa 6.500 euro. Una cifra importante, ma quasi insignificante se paragonata agli oltre 20.000 della versione da 88" di diagonale.

Ma quali sono le caratteristiche fondamentali di questa ultima serie di televisori? Si tratta anzitutto di televisori dotati di pannelli LED LCD e, in particolare, secondo Samsung, con questa serie di TV si è giunti all'apice dello sviluppo di questa tecnologia in ambito TV. I televisori della serie 9500 offrono infatti tutto il massimo della tecnologia che Samsung ha attualmente a disposizione. A partire dal display curvo, passando per la retroilluminazione LED diretta, capacità 3D, processore Octa-Core, connettore unico proprietario One-Connect con box per i collegamenti esterno e fino alla nuova piattaforma Smart TV basata sul sistema operativo proprietario Tizen. Insomma, con questa serie di dispositivi il colosso coreano non ha proprio voluto farsi mancare nulla.

Partiamo però da quello che si vede all'esterno. Il design è sicuramente molto curato e anche se la tecnologia a retroilluminazione LED diretta non permette di mantenere lo spessore entro dimensioni da record, nel punto più largo della scocca il televisore misura tra i 5 e i 7 cm di spessore, una dimensione che, tuttavia, contribuisce ad una immagine più solida della struttura. Molto sottile , al contrario, la cornice, che misura solamente 1 cm. Bello e minimale anche il piedistallo, solido e realizzato in materiale metallico. Sul retro del piedistallo troviamo il passacavi per nascondere i cavi dell'alimentazione e della connessione alla One Connect dalla vista. Nella parte superiore della cornice troviamo poi una webcam a scomparsa, utile per assolvere alcuni compiti per quanto riguarda la parte Smart del televisore.

Lo chassis nella parte posteriore è realizzato in materiale plastico ma offre un design molto pulito che, nonostante il materiale non così premium, permette di lasciare il retro del televisore a vista senza sfigurare. Gli unici due connettori, uno per l'alimentazione e l'altro utile a connettere il box One Connect sono nascosti alla vista e dotati di tutti gli espedienti utili a nascondere il più possibile i cavi. Il pannello nella parte posteriore, in questo caso in materiale plastico, sarà invece in alluminio, con un design ondulato, nei televisori delle serie inferiori JS9000 e JS8500.

In tutto ciò quello che conta di più parlando di televisori è però la qualità del display e le tecnologie che lo rendono più o meno performante. In questo caso possiamo sicuramente affermare che il produttore coreano ha utilizzato nella realizzazione di questo pannello tutto le proprie conoscenze, per mettere sul piatto quanto di meglio la tecnologia LED LCD è in grado di offrire in questo momento.

Samsung ha implementato la propria tecnologia Nano Crystal, corrispondente della quantum dot, che permette alla televisione di offrire colori più precisi adattando dimensione e lunghezza d'onda delle particelle nei diversi livelli di nanocristalli. In questo modo si è in grado di raggiungere una copertura di oltre il 92% dello spazio colore dello standard DCI, utilizzato come riferimento per i proiettori in ambito professionale.

È stato poi migliorata anche la struttura dele singole celle che compongono il pannello per migliorare la trasmissione della luce rendendo così il pannello più luminoso del 37% rispetto alla precedente generazione. I LED di cui è composta la retroilluminazione, inoltre, sono il 20% più efficienti, a favore di una migliore profondità del nero e di un contrasto sicuramente molto elevato. Il pannello è poi a 10-bit e il processo Quantum Colour Expression permette di meglio calibrare i colori nei diversi punti dello schermo.

La serie 9500 è inoltre dotata della tecnologia Peak Illuminator che permette alla TV di incrementare la luminosità in determinati punti e di ottenere così un contrasto ancora maggiore portando il picco massimo di luminosità a 1000nit. La tecnologia Peak Illuminator analizza le immagini e utilizza l'energia non sfruttata dalle parti di immagine scure per illuminare maggiormente le zone di luce.

Per concludere il nuovo TV Samsung JS9500, cosi come tutta la nuova serie di TV JS, offre la nuova piattaforma Smart sviluppata dalla stessa Samsung e basata sul sistema operativo Tizen. L'esemplare visto da noi in azione non era probabilmente una versione definitiva e quindi non sarà poi quello che realmente vedremo in commercio. Nonostante ciò la nuova interfaccia, nella sua provvisorietà, ci è parsa molto fluida e abbastanza intuitiva.

Parlando invece di connettività, il nuovo JS9500 offre, come detto sopra, solamente due connettori nella parte posteriore della scocca. Il primo, posizionato a sinistra dell'attacco del piedistallo, è quello dedicato all'alimentazione, mentre il secondo, posizionato simmetricamente, è il connettore proprietario One Connect che collega il televisore al One Connect Box.

Ma cosa è il One Connect Box? Quando parliamo di One Connect Box ci stiamo riferendo ad un apparecchio esterno alla TV, delle dimensioni di un decoder, dotato di tutte le connessioni utili per collegare al nostro televisore Samsung qualsisi sorgente possibile. Oltre ovviamente ad un decoder digitale terrestre integrato, troviamo infatti una serie di altri connettori tra cui una USB, 4 HDMI, un connettore jack da 3,5mm, gli attacchi per l'antenna, una porta LAN, una video component e, ovviamente il connettore One Connect out.

One Connect è inoltre il componente principale della filosofia di Samsung riguardo l'aggiornamento delle TV. Oltre a tutte le connessioni, infatti, One Connect Box è esso stesso il cervello della TV, all'interno del quale troviamo tutta la tecnologia utile a farla funzionare al meglio. In questo modo, in caso di aggiunta di nuovi codec o di aggiornamenti software, ma non solo, più importanti, all'utente basterà aggiornare il One Connect Box o acquistare il modello successivo, senza pertanto dover cambiare il televisore stesso; ovviamente il tutto con una spesa ben inferiore.

Giunti alle conclusioni non possiamo quindi che lasciarvi con una domanda. Ha fatto bene Samsung ad insistere su di un pannello LED e lasciare ancora per il momento da parte la tecnologia OLED tanto sbandierata dalla concorrenza? Le impressioni a caldo, osservando il nuovo JS9500 in azione, sono sicuramente molto buone. Possiamo affermare con una quasi totale certezza che le tecnologie implementate da Samsung dovrebbero essere in grado di annullare, se non addirittura ribaltare a proprio favore, le differenze con i prodotti a tecnologia OLED; specialmente in materia di contrasto e vividezza dei colori.

Certo 6500 euro non sono una cifra che tutti sono disposti a spendere, ma per chi può permetterselo crediamo che questo Samsung UE65JS9500 sia un prodotto da non lasciarsi scappare.


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Filezilla

scheda aggiornata 2 ore fa

Semplice e intuitivo client ftp in grado di gestire contemporaneamente più sessioni di trasferimento supportando anche le opzioni di resuming. L'utente ha la possibilità di creare un elenco di indirizzi preferiti ai quali saranno anche associate le credenziali di accesso. Sul fronte della sicurezza supporta sessioni SSL e può essere utilizzato anche tramite proxy. Inoltre, per una più semplice gestione dei trasferimenti molte opzioni sono disponibili in drag and drop.

Qui di seguito le novità introdotte nell'ultima release:

3.9.0.5 (2014-09-06) - Fix auto-updater not being able to download updates


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Google, ok al brevetto per le lenti a contatto con sensori

Ne avevamo già parlato nel settembre del 2012 e anche l'anno scorso, ma in questi giorni è stato approvato il brevetto per le lenti a contatto di Google contenenti sensori e chip. Utili ad ora nel campo medico per i diabetici, utilizzate per misurare il livello di glucosio nel sangue analizzando il liquido lacrimale, le future lenti speciali by Google (mai la parola "indossabile" è stata più adatta) potrebbero mettere le basi anche al futuro della realtà aumentata e virtuale. Ve lo spieghiamo meglio nel video seguente.


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OnePlus Two atteso nel Q3 ad un prezzo più alto dell'originale

Nonostante il particolare sistema ad inviti, OnePlus One è stato un terminale di successo sul piano delle vendite. Probabilmente non ha garantito notevoli utili alla start-up di Pete Lau, ma di OnePlus One ne sono stati consegnati un milione ad altrettanti clienti, un numero importante per una realtà nascente in un mercato così pregno di proposte alternative. Entro fine anno ne è previsto un seguito, con un sistema meno complesso per l'acquisto e con caratteristiche tecniche rinnovate.

OnePlus One

OnePlus One si caratterizzava per un prezzo di listino impressionante: a meno di 300€ la società neonata offriva uno smartphone fra i migliori in assoluto della sua generazione dotato della rinomata CyanogenMod. Il sistema ad inviti al quale bisognava sottoscriversi ha rallentato la sua diffusione nei primi mesi dalla commercializzazione, diffusione limitata anche da una capacità produttiva non paragonabile a quella delle compagnie già consolidate nel mercato.

Non sorprende quindi che OnePlus Two sia già fra gli smartphone più discussi della next-gen, anche se a parecchi mesi dal suo rilascio ufficiale. Stando alle ultime indiscrezioni, il dispositivo utilizzerà un sensore biometrico con sistema di focalizzazione al laser per la scansione dell'impronta digitale e integrerà lo Snapdragon 810, il SoC di punta della produzione di Qualcomm. Sul piano del design, il prossimo Two somiglierà ad Oppo Find 7, che a sua volta non è troppo diverso dallo stesso OnePlus One.

Che OnePlus attinga dal know-how di Oppo non è di certo una grande novità: molti dei dirigenti della start-up provengono proprio da Oppo, così come lo stesso Pete Lau, e in passato sono stati mostrati dei documenti che testimoniavano la presenza di legami fra le due realtà, quasi ad indicare che OnePlus fosse una sussidiaria della stessa Oppo. Non abbiamo la certezza a riguardo di quest'ultima affermazione, ma è evidente che le due società abbiano molto in comune.

Passiamo alle note dolenti trapelate sul nuovo OnePlus Two: il prossimo dispositivo avrà probabilmente un prezzo più elevato rispetto al predecessore. Una strategia ben ponderata da Pete Lau, ma del resto inevitabile: vendendo il primo modello al prezzo di produzione OnePlus si è fatta conoscere ed apprezzare, ma adesso serve monetizzare per non sprofondare. Un prezzo più alto potrebbe portare all'organizzazione di canali di rivendita più strutturati e all'eliminazione della necessità di partecipare al sistema ad inviti per la clientela.

Dopo aver lanciato One, la start-up ha capito qual è il suo pubblico, e potrà in seguito offrire un servizio commisurato allo stesso. In precedenza si era parlato di una scocca metallica e di uno schermo più piccolo per OnePlus Two, ma non ci sono conferme sull'argomento dalla nuova ondata di indiscrezioni. Secondo Carl Pei, co-fondatore della società, il prossimo smartphone "sarà sorprendente", ma sono necessari ancora parecchi mesi per avere le prime conferme: OnePlus Two è infatti previsto per il terzo trimestre del 2015.


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Lenovo: Gianfranco Lanci nominato Corporate President in aggiunta al ruolo di COO

Written By Unknown on Senin, 23 Maret 2015 | 23.45

Lenovo ha annunciato un riallineamento del proprio business per gruppi di prodotto e aree geografiche, facendo seguito alle recenti acquisizioni, mettendo in atto una struttura organizzativa progettata per ottenere una ulteriore crescita a livello globale.

Il riallineamento prevede un ruolo ancora più elevato per Gianfranco Lanci, nominato Corporate President di Lenovo con effetto dal 1 ° aprile (no, non è uno scherzo, si tratta dell'inizio del nuovo anno fiscale). Lanci diventa di fatto leader di tutte le organizzazioni per aree geografiche di Lenovo e aggiunge la responsabilità dell'Enterprise Business Group al suo attuale ruolo di capo del PC Group.

Avrà quindi responsabilità globale end-to-end delle prestazioni e della gestione aziendale in queste aree, pur mantenendo la sua attuale posizione di Lenovo Chief Operating Officer. Lanci era entrato in Lenovo nel mese di aprile del 2012, con 30 anni di esperienza nel business dei personal computer, con numerosi ruoli di leadership ricoperti presso Texas Instruments e Acer.

Fra gli annunci di Lenovo segnaliamo anche la nomina di Gerry Smith a Executive Vice President e Chief Operating Officer di PC & EBG (Personal Computer ed Enterprise Business Group). Nel suo nuovo e più ampio ruolo, Smith avrà la responsabilità di stimolare la crescita e la redditività per due settori chiave che rappresentano oggi più dell'80% del fatturato totale, e diventa leader delle Global Operations per queste aree di business.

Smith approda a Lenovo nel 2006, portando la sua esperienza di leadership ed esecuzione end-to-end. Ha contribuito a costruire la supply chain globale di Lenovo con ottimi risultati a livello mondiale: anche suo il merito di aver portato Lenovo sul gradino più alto nella classifica di vendite PC a livello globale. Quello appena trascorso è un anno storico per l'azienda. Dieci anni dopo la sua acquisizione del business dei PC da IBM, Lenovo ha completato le due sue più grandi acquisizioni: Motorola Mobility, che ha reso Lenovo n.3 negli smartphone a livello mondiale, e i server System x di IBM, che hanno ampliato le potenzialità del business Enterprise di Lenovo. Allo stesso tempo, la Società ha raggiunto il traguardo record del 20% di quota di mercato come produttore di PC n.1 al mondo, con ricavi e profitti record.


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Via la spazzatura dai Galaxy S6 e S6 Edge: il bloatware si potrà disinstallare

Mancano ancora poche settimane all'arrivo dei nuovi Samsung Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge, ma ci sono novità decisamente positive all'orizzonte. Fra gli smartphone più interessanti e innovativi allo scorso Mobile World Congress, i nuovi gioiellini sudcoreani arriveranno con meno "bloatware" preinstallato, ma c'è di più: molte delle app native, incluse quelle proprietarie, potranno essere rimosse del tutto.

Samsung Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge, app native rimovibiliSamsung Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge, app native rimovibili

Lo ha rivelato un utente sul forum XDA che ha pubblicato alcune immagini che ritraggono l'interfaccia pensata per la TouchWiz per l'eliminazione delle app che non ci interessano. Si tratta di una funzionalità che accompagna la possibilità di "disabilitarle", presente da tempo all'interno della personalizzazione di Android made in Samsung.

In precedenza, in sostanza, i dispositivi Samsung consentivano di eliminare le app solo dal drawer, ma le stesse rimanevano nel dispositivo, occupando spazio nella memoria di archiviazione destinabile ad altri contenuti. Con la nuova versione della TouchWiz presente sui nuovi top di gamma sarà invece possibile disinstallarle del tutto e rimuoverne ogni traccia dalla memoria flash.

Il tutto senza la necessità di disporre di accessi di root. Bisogna specificare tuttavia che la novità potrebbe essere stata introdotta in ottemperanza ad una legge vigente da non molto in Corea del Sud, quindi se nello stato asiatico è decisamente probabile la sua implementazione, non possiamo dirlo con altrettanta certezza anche per gli altri mercati.

La stessa Samsung ha specificato che l'argomento "bloatware" è molto sentito dai vertici della società: quest'anno i coreani hanno voluto lanciare uno smartphone perfetto e fin quanto possibile esente da critiche e, nonostante qualche strafalcione (mancanza di micro-SD, batteria non rimovibile), è riuscita a correggere il sito su alcune magagne storiche della propria line-up di fascia alta.

Oltre al design, finalmente degno di nota e comparabile ai concorrenti, fra queste troviamo il software, adesso di molto alleggerito e con molte app potenzialmente disinstallabili, con la speranza che quest'ultima funzionalità sia estesa anche nelle versioni internazionali e non solo nella madrepatria del gigante dell'elettronica di consumo.


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Dropbox

scheda aggiornata 2 ore fa

Dropbox permette di memorizzare files online, accedendo da diverse locazioni e mantenendo sincronizzazione in modo automatico. Non solo: Dropbox permette di condividere automaticamente files tra utenti differenti mantenendo un'interfaccia utente estremamente semplice e intuitiva.


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Windows 7 non più supportato da Boot Camp sui nuovi Mac

Boot Camp non supporta Windows 7 suoi nuovi MacBook Pro da 13" e MacBook Air. La novità è stata segnalata da MacRumors dopo che è stata rinvenuta sui documenti di supporto ufficiali sul sito Apple. La "vecchia" ma parecchio diffusa versione del sistema operativo non è più compatibile nemmeno sui MacBook Pro del 2013, mentre gli utenti di MacBook Pro, Air e iMac del 2014 potranno continuare ad installarla.

Windows su Mac

Boot Camp è un software ufficiale sviluppato da Apple che consente agli utenti di installare Windows sul proprio Mac. In sostanza è un boot loader che permette al sistema operativo di Redmond di coesistere con Mac OS X sui sistemi della Mela. L'abbandono del supporto dei più vecchi Windows appartiene ad una pratica che Apple aveva già operato anche in passato: il supporto per Windows XP e Windows Vista, ad esempio, era cessato nello scorso 2010.

L'abbandono di Windows 7 era del resto atteso, ma forse non così presto considerando l'ottima diffusione di cui ancora gode dopo sei anni dalla commercializzazione. Ad aver giocato un ruolo fondamentale nella decisione è stato probabilmente l'imminente arrivo di Windows 10, previsto in estate, che integra funzionalità ed elementi dell'interfaccia che potrebbero coinvolgere al passaggio molti più utenti rispetto all'attuale Windows 8, versione accolta con scarso calore dal pubblico.

La lista di dispositivi compatibili con Boot Camp è disponibile sul sito ufficiale, mentre per chi ha la necessità di utilizzare Windows 7 su uno dei computer Apple può ancora fare affidamento alle macchine virtuali, sfruttando uno dei tanti software di terze parti della categoria disponibili su Mac OS X, come ad esempio VMware Fusion o Parallels Desktop 10.


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Apple TV: in arrivo il 4K, Siri e un SDK dedicato?

Apple sta pianificando di svelare un nuovo Apple TV con funzionalità vocali (Siri) integrate e supporto per un App Store dedicato: la presentazione avverrà in occasione dell'annuale appuntamento Worldwide Developers Conference di giugno, durante il quale la Mela metterà a disposizione degli sviluppatori un nuovo SDK per realizzare applicazioni per il nuovo dispositivo.

Tra le informazioni disponibili pare quindi che la nuova Apple TV sarà provvista di assistente vocale Siri, supporto ad app di terze parti e sarà basata sul processore A8, già presente nei recenti iPhone 6 e iPhone 6 Plus. Si tratterebbe quindi di un sostanziale rinnovo rispetto al modello esistente e, secondo ulteriori indiscrezioni, il nuovo dispositivo sarà provvisto di una quantità di storage sensibilmente superiore rispetto agli 8GB della versione attuale.

E' ormai parecchio tempo che Apple TV non riceve alcun aggiornamento hardware, mentre per quanto riguarda il listino si è registrato un taglio di prezzo durante le scorse settimane. Apple ha però continuato ad aggiungere nuovi contenuti e a cercare alleanze, come ad esempio la recente partnership con HBO per spettacoli in esclusiva.

Il processore A8 presente sugli smartphone della Mela offre un livello prestazionale sufficiente da poter gestire output video alla risoluzione 4K, il che permetterebbe alla nuova Apple TV di essere in grado di supportare contenuti UHD. L'aggiunta di Siri potrebbe invece portare nuove possibilità di impiego per Apple TV, trasformandola in una sorta di centro nevralgico per HomeKit. Altre nuove possibilità sono infine offerte da una sezione dedicata dell'App Store, la quale potrebbe rapidamente popolarsi di contenuti videoludici trasformando Apple TV in una console di gioco e stabilendo così l'ufficiale ingresso della Mela nel campo di battaglia del gaming da salotto.


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Google Chrome Portable

scheda aggiornata 1 ora fa

Google Chrome Portable è una versione estremamente leggera e portatile del browser Google Chrome, ottimizzato in modo tale da poter essere facilmente trasportato.


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Asus RoG G501: Intel Core i7 e GeForce GTX 960M con scocca in alluminio da 2cm

Written By Unknown on Senin, 16 Maret 2015 | 23.45

Fino a pochi anni fa, i notebook per il gaming vantavano fattori di forma improbabili e specifiche di peso e dimensioni semplicemente ingestibili. Spesso venivano chiamati "desktop replacement", ma di fatto non riuscivano a pareggiare le performance dei desktop tradizionali, né risultare trasportabili al pari di un notebook. Ad oggi la situazione è cambiata, con molti prodotti che coniugano caratteristiche di design di prim'ordine a componentistica hardware di tutto rispetto.

Asus RoG G501

Ad HP Omen e Razer Blade, per citarne due, si aggiunge il nuovo Asus Republic of Gamers G501, che ad una prima rapida occhiata sembra anche più appetibile. Asus G501 è un computer portatile con display LCD IPS da 15,6" a risoluzione 3840x2160 pixel, quindi la famigerata 4K. Si tratta di una scelta, quella di una risoluzione così elevata, un po' controversa per un notebook per il gaming, che potrebbe pesare non poco sull'hardware scelto dai taiwanesi.

Hardware che comunque è di primissima scelta: la CPU è una Intel Core i7-4720HQ di quarta generazione, supportata da fino a un massimo di 16GB di RAM DDR3 e naturalmente da una GPU discreta, nello specifico da una GeForce GTX 960M di NVIDIA diretta evoluzione della GTX 860 M. Non abbiamo avuto modo di testare il nuovo modello della GPU di Santa Clara, tuttavia dubitiamo che possa riuscire a gestire efficacemente titoli di ultima generazione alla risoluzione nativa del pannello di G501.

Asus RoG G501

Il resto del parco hardware non delude. Il comparto di archiviazione, soprattutto, è decisamente interessante grazie ad un'unità M.2 su slot PCIe x4 da 512GB (opzione più estrema) che può raggiungere, stando ai dati rilasciati dai taiwanesi, velocità di trasferimento fino ad un massimo di 1.400MB/s. Sul fronte connettività troviamo invece tre porte USB 3.0, una porta HDMI, porte per auricolari e microfono, un lettore di schede di memoria ed anche una porta Thunderbolt.

Ma come dicevamo prima, la caratteristica che distingue il nuovo Republic of Gamers è il suo design: la scocca è rifinita con un elegante alluminio spazzolato, mentre la tastiera è retroilluminata con LED rossi. Asus è riuscita ad inserire tutto l'hardware sin qui descritto all'interno di uno chassis dallo spessore di 20,6mm e dal peso di 2,06kg, che integra al suo interno una batteria da 96Wh (nella variante con unità di archiviazione a stato solido).

Asus RoG G501

Asus RoG G501 è decisamente interessante anche in relazione al prezzo, senza dubbio molto elevato ma in linea con altri prodotti della stessa categoria. PCWorld sottolinea che nel mercato americano la versione con 16GB di RAM e SSD da 512GB verrà proposta intorno ai 2.000 dollari, cifra con il quale il nuovo G501 vuole configurarsi fra le migliori soluzioni pensate principalmente per la nicchia dei videogiocatori hardcore.

Maggiori informazioni in questa pagina, sul sito ufficiale Asus.


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IBM, un sistema di pagamento per valute reali ispirato ai bitcoin

IBM sta considerando la possibilità di impiegare i principi tecnologici sottostanti al sistema Bitcoin per creare un sistema di pagamento e di contante digitale applicabile alle valute principali. L'obiettivo è quello di permettere al pubblico di trasferire contanti o effettuare pagamenti in maniera istantanea senza doversi appoggiare a terze parti, risparmiando così sui costi di transazione.

L'idea sarebbe di applicare lo stesso principio della "blockchain", cioè il registro pubblico di tutte le transazioni in bitcoin, alle transazioni che avvengono in valuta reale, come l'Euro o il Dollaro. IBM avrebbe avviato una serie di confronti non ufficiali con vari istituti bancari, tra cui la Federal Reserve. Se il sistema bancario internazionale dovesse decidere di validare il progetto, IBM si occuperebbe della costruzione di un'infrastruttura scalabile e sicura.

Di fatto IBM si occuperebbe di creare un'infrastruttura capace di operare una "blockchain" per ciascuna valuta, la quale non sarebbe però decentralizzata come avviene per il sistema Bitcoin ma verrebbe mantenuta e controllata dalle banche centrali dei vari Paesi del mondo. L'impiego di wallet software collegati al conto bancario di un individuo permetterebbe quindi di sfruttare il denaro in forma digitale. "Fa tutto parte dell'offerta di moneta. E' la stessa moneta, solo che invece di essere una banconota con un numero di serie è un token su di una blockchain" ha commentato una fonte ben informata sull'argomento ma che ha voluto restare anonima".

Il concetto di blockchain portato alla ribalta dal sistema Bitcoin è già stato considerato da più parti come una innovazione molto interessante, tra le ultime la Banca d'Inghilterra che ha considerato il registro pubblico della blockchain come un elemento capace di trasformare il sistema finanziario più in generale.

Il progetto è comunque in fase embrionale ed evolve costantemente. Attualmente non è chiaro in che modo potranno essere risolte le preoccupazioni legate alle attività criminali e di riciclaggio del denaro, che nel corso di questi anni hanno gettato ombre sul sistema Bitcoin.


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Advanced Codec per Windows 7 e 8

scheda aggiornata 2 ore fa

Noto in precedenza con il nome di Win7codecs, questo pacchetto che comprende codec audio e video specifici per l'utilizzo con sistemi operativi Windows 7. Queste le novità implementate nell'ultima versione:

- update LAV filters
- update Icaros
- support Dolby Atmos audio
- improved HEVC decoding
- Allow HEVC hardware acceleration
- improved subtitle support

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LG G Flex 2: annunciati prezzo e disponibilità in Italia

Annunciato al CES di Las Vegas 2015, LG G Flex 2 è la seconda iterazione di una famiglia di dispositivi molto particolari. Si caratterizza, oltre che per le specifiche al top della gamma, per un design atipico con scocca e display curvi e flessibili e finiture self-healing, con un tipo particolare di policarbonato in grado di auto-rigenerarsi. Dello smartphone, LG ha annunciato disponibilità e prezzi in Italia.

LG G Flex 2

Il dispositivo sarà lanciato nella colorazione Platinum Silver a partire da questa settimana presso i principali punti vendita al prezzo consigliato di 699€, in assoluto molto elevato, ma decisamente inferiore rispetto al listino di lancio del suo predecessore. LG G Flex costava all'epoca 899€, ma era al tempo stesso sensibilmente meno interessante del nuovo modello.

Il nuovo modello adotta un display da 5,5" Full HD basato su tecnologie Plastic OLED, laddove il predecessore ne utilizzava uno da ben 6" e supporto alla sola risoluzione HD. G Flex 2 è pertanto più compatto e maneggevole ed integra componentistica hardware più performante: sotto la scocca troviamo infatti un processore Qualcomm Snapdragon 810 a 64-bit da 2GHz di frequenza operativa, supportato da 2 GB di RAM DDR4 e 16/32 GB di storage integrato (maggiori informazioni qui).

Il dispositivo è lanciato con Android 5.0 Lollipop preinstallato, insieme ad ulteriori caratteristiche software dovute alla personalizzazione coreana. Fra le funzionalità aggiuntive troviamo Gesture Shot per "realizzare selfie perfetti con un semplice gesto della mano" anche a 1,5 metri di distanza; Gesture View, per visualizzare immediatamente l'ultimo scatto; e Glance View, per visualizzare le informazioni più importanti anche quando il display è spento.

La batteria è integrata e da 3.000mAh e, grazie alle tecnologie di ricarica rapida, può essere portata dallo zero fino al 50% in meno di 40 minuti. "LG G Flex2 è il risultato di un lungo processo di ricerca ed evoluzione rispetto a LG G Flex, che ha portato a un prodotto dal design unico e dalle performance eccellenti, pensato per offrire agli utenti la massima user experience oggi disponibile", ha dichiarato Omar Laruccia di LG Electronics Italia.

"Un device che ci aspettiamo supererà il successo del suo predecessore", ha concluso, anche se precisiamo che G Flex non rappresenta che una piccola nicchia di mercato, con il primo modello che non si è dimostrato granché interessante sul piano delle vendite


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K-Lite Codec Pack Full

scheda aggiornata 3 ore fa

Raccolta di varie versioni di Codec, per la codifica e decodifica di file audio e video sul proprio sistema. Di seguito le novità introdotte nella versione più recente:

  • Updated MPC-HC to version 1.7.7.174
  • Updated LAV Filters to version 0.63-41-gf9e1f
  • Updated madVR to version 0.87.13
  • Updated Codec Tweak Tool to version 5.9.5
  • Updated MediaInfo Lite to version 0.7.72
  • Updated Icaros to version 2.3.0 b2
  • All known bugs and compatibility issues with the Icaros PropertyHandler have been fixed. It also no longer requires Microsoft .NET 4.
  • A fresh install is required. Old versions will be uninstalled automatically.

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Ditribuzione di aggiornamenti Windows via rete P2P

Fino a Oggi Microsoft ha distribuito patch e aggiornamenti software attraverso Windows Update, con una soluzione che possiamo definire "uno a molti" infatti i molti client connessi ricevevano dati da un uni sistema incaricato del servizio Windows Update.

Secondo varie indiscrezioni confermate anche da qualche immagine la situazione potrebbe cambiare e in futuro anche la distribuzione degli aggiornamenti Microsoft potrebbe sfruttare una soluzione P2P. In una situazione simile il singolo PC client potrebbe essere in grado di ricevere gli aggiornamenti da un network costituito da risorse differenti: dagli screenshot in circolazione si vede che all'utente è lasciata la possibilità di selezionare se ricevere dati da altri PC in rete locale, da PC remoti o dai soli servizi di Microsoft.

Si tratta di una novità che dovrebbe migliorare le tempistiche nella distribuzione di un aggiornamento, infatti, la possibilità di accedere a più fonti contemporaneamente per il download dei pacchetti - condizione tipica delle strutture P2P - offre una maggior velocità rispetto al download da singola fonte centralizzata.

La novità potrebbe destare qualche perplessità sul fronte della sicurezza: una distribuzione basata su un singolo servizio gestito interamente da Microsoft è più facilmente controllabile rispetto a quanto distribuito da una rete P2P. Ma le medesime fonti indicano che è stato curato anche l'aspetto della sicurezza e della originalità degli aggiornamenti.


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Facebook aggiorna le regole del social network: ecco i nuovi standard da osservare

È lo stesso Zuckerberg ad annunciarlo: è arrivato il nuovo aggiornamento dei Community Standards, Standard della comunità in italiano, ovvero le regole imposte ai propri utenti per informarli su quello che si può fare sul social network, e su quello che invece è severamente proibito. Le direttive hanno il compito di fare chiarezza su una serie di argomenti differenti, quali bullismo, nudità, minacce di violenza, autolesionismo e incitamento all'odio.

Sostanzialmente Facebook vieta le molestie verso altri utenti, minacce di violenza sessuale, la promozione all'autolesionismo o la manifestazione del sostegno ad organizzazioni terroristiche. In più, la società si pone di rimuovere i contenuti che promuovono l'odio verso altre persone sulla base di razza, etnia, nazionalità, appartenenza religiosa e orientamento sessuale.


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Jony Ive e gli smartphone: meglio più sottile che con batteria capiente

Written By Unknown on Senin, 09 Maret 2015 | 23.46

Il quotidiano Financial Times ha pubblicato un'intervista a Jony Ive, Senior Vice President & Design per Apple, che ha avuto modo di delineare la propria concezione di product design. Ive ha raccontato che il processo di sviluppo di Apple Watch ha richiesto "migliaia e migliaia" di ore di valutazione e testing e che ancora adesso vi sono comunque dettagli su cui lavorare per migliorarli.

Più genericamente Ive ha affermato: "Bisogna cercare di far sì che tutto funzioni fluidamente il più a lungo possibile, perché tutto è interconnesso. I migliori prodotti sono quelli dove ciascun dettaglio è stato ottimizzato tenendo presente le prestazioni delle altre parti del prodotto".

Il frammento più interessante dell'intervista è però quello in cui Ive spiega per quale motivo Apple continui ad insistere nello sviluppo di prodotti e dispositivi sempre più sottili. Un esempio significativo è iPad Air 2 che è caratterizzato da uno spessore inferiore di qualche millimetro rispetto al modello precedente e un peso di 32 grammi inferiore. Tutto questo, però, a spese dell'autonomia operativa per via di una batteria di minori dimensioni e minor capacità, passando da 8600mAh e 7340mAh.

Ive spiega che decisoni di questo tipo sono basate su una valutazione secondo la quale i dispositivi sottili e leggeri incoraggiano le persone ad un loro utilizzo più intensivo. In altri termini, un dispositivo bello ed accattivante viene usato più frequentemente ed è per questo motivo che la batteria esaurisce rapidamente la propria autonomia. Ive sostiene che un dispositivo con una batteria più grande sarebbe più spesso e pesante e, in conclusione, meno "soddisfacente".

Pareri su cui però il pubblico non sembra concordare: un recente sondaggio dell'Huffington Post tra il pubblico statunitense ha infatti rilevato come il 73% circa dei rispondenti ha dichiarato di preferire un dispositivo più spesso ma con maggiore autonomia piuttosto che un dispositivo sottile la cui batteria si esaurisce rapidamente.


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SuperRam

scheda aggiornata 45 minuti fa

Utility per la gestione ottimale della memoria ram di sistema. Il software si occupa di rendere disponibile un minimo quantitativo di ram, "svuotando" le porzioni di memoria non più indispensabili al sistema.


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Processori Xeon D: i primi SoC per sistemi server di Intel

Nel corso degli ultimi anni le architetture di processore destinate agli utilizzi in datacenter hanno subito una radicale trasformazione. Un mercato che era dominato dalle soluzioni proprietarie si è nel corso del tempo trasformato nella direzione dell'utilizzo di soluzioni basate su architettura x86. Da un lato la disponibilità di processori con un numero di core integrati sempre più elevato e dall'altro la possibilità di sfruttare più server in cluster per ambiti di calcolo particolarmente esigenti hanno portato ad una crescente popolarità dei server x86 in molti segmenti di mercato.

Altro trend ben chiaro in questo settore è quello legato ai cluster, cioè alla possibilità di abbinare più server di dimensioni e potenza di calcolo non elevate in assoluto per svolgere in parallelo lo stesso tipo di operazioni. Se il codice eseguito può venir facilmente parallelizzato, e questo è sempre più vero in ambito enterprise, si ottengono vari benefici da questo approccio per via della possibilità di ben dimensionare le risorse di calcolo in funzione dell'esigenza specifica oltre che dei costi mediamente inferiori dell'infrastruttura richiesta.

E' in questa ottica che dobbiamo posizionare l'annuncio odierno di Intel, con il quale l'azienda americana presenta i processori Xeon D-1500 che sono le prime soluzioni della famiglia Xeon dotate di architettura SoC, System On a Chip. Sulla carta abbiamo quindi processori che vantano una notevole integrazione al proprio interno, destinati a quegli scenari d'uso nei quali si voglia ottenere la massima densità di elaborazione possibile. Difficile non pensare a questo annuncio come una risposta diretta di Intel all'interesse verso SoC basati su architettura ARM proposti in differenti tipologie di server, soluzioni scelte grazie al notevole contenimento dei consumi di funzionamento provenendo come estrazione dal mondo dei dispositivi mobile.

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I processori Xeon D-1500 sono i primi SoC della famiglia Xeon, ma sono anche le prime CPU Intel per sistemi server ad essere sviluppate con tecnologia produttiva a 14 nanometri. L'architettura alla base è quella Broadwell, che Intel ha inizialmente introdotto sul mercato nel corso dell'autunno 2014 con i primi processori della famiglia Core-M. Il passaggio alla nuova tecnologia produttiva ha portato vari benefici: migliorie architetturali, consumi più ridotti e dimensioni più contenute.

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Troviamo in queste proposte un massimo di 8 core, con la possibilità di gestire sino a 16 threads in parallelo grazie alla tecnologia HyperThreading. Il TDP varia da un minimo di 20 Watt sino a 45 Watt a seconda delle versioni, mentre il controller memoria dual channel gestisce moduli DDR3 come quelli DDR4 offrendo una superiore flessibilità nella configurazione per lo sviluppatore del sistema.

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Con questi nuovi processori Intel punta a offrire una proposta che sia adatta a uno spettro molto ampio di usi, ampliando gli scenari rispetto a quelli delle soluzioni Atom C a oggi disponibili sul mercato. Sono in particolare quelli di Public Cloud, di Storage e di Networking i target nei quali i sistemi basati su processori Xeon D possono trovare un ambito di utilizzo preferenziale, bilanciando al meglio la potenza di elaborazione con i ridotti consumi complessivi.

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I nuovi processori Xeon D si affiancano ai processori Intel Atom della famiglia C, basati su architettura Silvermont; in comune il numero di core, che è variabile da un minimo di 2 sino ad un massimo di 8 a seconda delle versioni, ma le restanti componenti sono tutte basate su architettura differente. Nelle proposte Atom C troviamo infatti core Silvermont, mentre per Xeon D come detto la base è quella Broadwell che a sua volta deriva dall'architettura Haswell.

Troviamo quindi pieno supporto alla tecnologia AVX 2.0, per calcoli interi a 256bit, affiancata a due FMA per un incremento della potenza di calcolo in virgola mobile di 2x per ciclo di clock rispetto alle precedenti generazioni di CPU Xeon. Non manca il supporto alle tecnologie AES-NI per il criptaggio dei dati, oltre a quelle TXT (Trusted Execution Technology) e VT specifiche per l'utilizzo in ambito server. Per la prima volta in processori destinati a questa tipologia di sistemi troviamo controller memoria ibrido, in grado di venir abbinato tanto alle memorie DDR3 di tipo low voltage (1.35V di tensione di alimentazione) come a quelle DDR4 (1.2V richiesti); il controller è di tipo dual channel, con un massimo di 4 banchi per canale (2 moduli per canale).

L'utilizzo di memoria DDR4, sino alla velocità di 2.133 MHz, permette di estendere il quantitativo massimo di memoria locale presente nel sistema. Con questo standard sono infatti supportati chip sino a 8 Gb di capacità ciascuno, contro i 4 Gb massimi per le memorie DDR3 (velocità massima di 1.600 MHz). La capacità massima complessiva è per ogni sistema di 128 GB di memoria DDR4 utilizzando moduli RDIMM; passando a memorie UDIMM e SODIMM il quantitativo massimo è pari a 64 GB, sempre utilizzando 4 moduli per sistema.

L'anima SoC di questo processore è ben evidenziata dall'integrazione del controller ethernet, in standard 10 Gb con un MAC a doppia porta basato su chip 10G sviluppato da Intel. Oltre ai tradizionali controller USB 3.0 e 2.0 troviamo integrati nel processore anche due controller PCI Express distinti. Il primo, di tipo Gen 3, supporta un massimo di 24 linee e sino a 6 controller mentre il secondo, in standard Gen 2, è da 8 linee con un massimo di 8 controller integrati. Non manca un controller SATA 3, per un massimo di 6 periferiche, mentre non è presente la componente GPU integrata che non è richiesta vista la destinazione di utilizzo di questi processori.


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Overwatch, aggiunti due nuovi personaggi: Zarya e McCree

In occasione del PAX East tenutosi a Boston nel weekend appena passato, Blizzard ha fornito anche un aggiornamento per il suo shooter a squadre. Overwatch, infatti, disporrà di due nuovi eroi.

Il primo è un nuovo tank, Zarya. Grossa, muscolosa e di nazionalità russa, porta sul campo di battaglia il suo Cannone a particelle, e si fa scudo dagli attacchi con una Barriera a particelle, che può disporre anche a difesa degli alleati. La sua Ultimate è il Graviton Surge, che risucchia i nemici nella sua orbita, infliggendo loro pesanti danni.

Il secondo personaggio è il pistolero McCree. Dispone di una sei colpi denominata Peacekeeper, ma è capace anche di eseguire una rapida ed agile Combat Roll, sparando ai nemici durante la sua esecuzione. Può anche supportare gli alleati con la sua granata, che acceca i nemici presenti nel suo raggio di esplosione. La sua Ultimate è l'abilità Deadeye, che gli permette di prendere la mira e agganciare chiunque si trovi nel suo campo visivo.

Con un roster di 14 eroi selezionabili, Overwatctch dovrebbe partire in autunno con le sessioni beta, cui al momento è ancora possibile iscriversi.


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Hearthstone, ad aprile arriva l'espansione Blackrock Mountain

A pochi mesi dalla pubblicazione di Curse of Naxxramas, scegliendo il PAX East come occasione ufficiale per la presentazione, Blizzard ha rivelato la prossima espansione per la modalità single-player del suo fortunato gioco di carte. Hearthstone: Blackrock Mountain è il titolo della nuova avventura della serie.

Proprio come Naxxramas, Blackrock Mountain sfiderà i giocatori con nuovi potenti boss da battere, ciascuno dei quali avrà il proprio mazzo personalizzato: i boss utilizzeranno alcune carte uniche esclusive, mentre altre potranno essere sbloccate sconfiggendoli.

Nel corso di Blackrock Mountain, potremo sbloccare un totale di 31 carte, di seguito alcuni esempi illustrati su Battle.net:
- Rend Blackhand (7 mana, 8/4) - Battlecry: If you're holding a Dragon, destroy a Legendary minion.
- Dark Iron Skulker (5 mana, 4/3) - Battlecry: Deal 2 damage to all undamaged enemy minions.
- Grim Patron (5 mana, 3/3) - Whenever this minion survives damage, summon another Grim Patron.
- Hungry Dragon (4 mana, 5/6) - Battlecry: Summon a random 1-cost minion for your opponent.
- Blackwing Technician (3 mana, 2/4) - Battlecry: If you're holding a Dragon, gain +1/+1.

Blackrock Mountain offrirà anche sfide uniche per ciascuna classe e nuove modalità Eroe. L'espansione si proporrà in cinque ale (una a settimana), che potranno essere sbloccate con denaro reale (5,99 €) o con 700 gold (oppure tutte in un'unica soluzione a 21,99€), in pre-order dal 19 marzo con un dorso esclusivo come bonus.


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Ross Ulbricht cerca un nuovo processo per il caso Silk Road

Esattamente un mese fa, il 9 febbraio 2015, Ross Ulbricht è stato dichiarato colpevole di tutti i sette capi d'accusa a suo carico relativi al ruolo assunto nella conduzione del mercato nero online Silk Road. Il legale di Ulbricht, Joshua Dratel, ha però deciso di ricorrere in appello richiedendo un nuovo processo.

La scorsa settimana Dratel ha depositato in tribunale tutta la documentazione necessaria, affermando che la pubblica accusa del processo Silk Road avrebbe occultato alcune prove o avrebbe evitato di rivelarne alcune con le giuste tempistiche. Secondo Dratel la "soppressione di particolari prove" avrebbe avuto un impatto significativo sull'esito del processo.

Dratel ha inoltre osservato che un consulente, Andreas M. Antonopoulos, si trovava in viaggio al momento della presentazione della sua testimonianza. Il quotidiano USA Today riferisce che Antonopoulos avrebbe messo in discussione l'analisi delle prove condotta dalla pubblica accusa e che collegavano i bitcoin generati da Silk Road ad un wallet elettronico di Ulbricht.

Il ricorso avanzato da Dratel non giunge inatteso: il legale di Ulbricht aveva infatti più volte richiesto l'annullamento del processo, sempre negato dal giudice, per le stesse motivazioni. Il tribunale ha ora tempo fino ad aprile per rispondere alle richieste di Dratel. La sentenza di Ulbricht è stata programmata per il prossimo 15 maggio.


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Ford al Mobile World Congress con le nuove smart e-bike MoDe

Written By Unknown on Senin, 02 Maret 2015 | 23.46

In occasione del Mobile World Congress di Barcellona Ford annuncia l'espansione dello Smart Mobility Plan, iniziativa annunciata lo scorso gennaio al CES di Las Vegas, integrandola con un nuovo esperimento di trasporto intermodale grazie allo sviluppo di due nuovi protoipi di cosiddette "smart e-bike" connesse, in grado pertanto di comunicare con smartphone, auto e infrastrutture. Smart Mobility Plan è la strategia di Ford per lo sviluppo di nuovi modelli di trasporto che prevedano forme flessibili di possesso dell'auto, condivisione e collaborazione sociale.

L'espansione della strategia si declina in "Handle on Mobility", un programma di sperimentazione che coinvolge oltre alle due e-bike anche una speciale app capace di identificare in tempo reale quale sia la modalità di trasporto più rapida in relazione alla situazione del momento tenendo presente le condizioni del traffico, del meteo e il tempo a disposizione. L'app si occupa di pianificare il tragitto selezionando i mezzi più idonei per la percorrenza dei vari segmenti del percorso, guidando l'utente per l'ultimo tratto di strada da percorrere con l'e-bike e aggiornando il percorso in tempo reale nel caso in cui si presentino eventuali inconvenienti dell'ultimo minuto, come ad esempio la soppressione di un treno o di un autobus.

Barb Samardzich, COO di Ford Europa, ha commentato: "Cambiare i nostri comportamenti e il modo in cui pensiamo e collaboriamo è essenziale per assicurare la libertà di movimento delle persone e delle economie. Lo Smart Mobility Plan sottolinea il nostro impegno sul fronte dell'innovazione e ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita eliminando stress e fatica rendendo più efficienti i sistemi di trasporto, in particolare nelle realtà cittadine".

Il progetto nasce inizialmente come sfida globale lanciata dall'Ovale Blu ai propri dipendenti, i quali sono stati stimolati a proporre la propria idea di e-bike. A Barcellona sono state presentate le due e-bike, tra le 100 milgiori proposte, risultate più idonee all'utilizzo privato e commerciale: MoDe:Me e MoDe:Pro. Si tratta di mezzi di trasporto elettrici, provvisti di motori da 200 watt e batterie da 9Ah, capaci di assistere la pedalata fino ad una velocità di 25 km/h. Le e-bike sono equipaggiate con tecnologie tratte direttamente dal mondo autoobilistico, come ad esempio i sensori posteriori che rilevano la presenza di auto in fase di sorpasso: nel caso di avvicinamento di un veicolo alla bicicletta, il conducente viene avvisato con una vibrizione del manubrio, il quale si illumina per evidenziare la presenza del ciclista sulla strada.

Come già accennato in precedenza i due prototipi sono rivolti ad altrettante tipologie di utente: la MoDe:Me è destinata all'utilizzo privato e può ripiegarsi per occupare uno spazio ridotto ed essere riposta nel bagagliaio di un'autovettura, mentre la MoDe:Pro è destinata ad impieghi commerciali, ad esempio per la consegna di pacchi in ambito urbano. Entrambi i prototipi possono interfacciarsi con l'app MoDe:Link per iPhone 6 offrendo una serie di funzionalità avanzate tra le quali la più curiosa è la modalità "senza sudore" che prevede una sinergia tra il sistema di pedalata assistita e i sensori del battito cardiaco per permettere una pedalata confortevole e senza sforzi. Le e-bike sono inoltre compatibili con il sistema Ford SYNC: quando le bici sono alloggiate nel vano del veicolo, il sistema SYNC mostra il loro livello di ricarica.

Ford ha inoltre presentato il programma Info Cycle, un'iniziativa di raccolta dati basata sul protocollo open-source OpenXC tramite la quale ogni bicicletta (non solo le e-bike di Ford) diventerà di fatto un "sensore ambulante" capace di raccogliere informazioni sul traffico e sulla circolazione urbana, che possono essere utilizzate per migliorare in tempo reale i modelli di guida. Le biciclette sono quindi equipaggiate con una serie di sensori che comunicano con lo smartphone del conducente, il quale trasmette tutte le informazioni ad un centro di elaborazione dati.

"Esistono diversi modi di spostarsi in città, ma non sempre è facile scegliere la soluzione di trasporto o la combinazione più efficiente. Potersi destreggiare con agilità tra auto, autobus, treno ed e-bike, adattando i propri spostamenti in tempo reale in base alle condizioni, può trasformare il modo in cui le persone si muovono nelle grandi città, sia per i cittadini che le aziende che offrono servizi come il recapito delle merci o l'assistenza medica" ha spiegato Ken Washington, Vice Presidente Ricerca e Ingegneria Avanzata per Ford.


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Sony Xperia E4g dal vivo al Mobile World Congress 2015

Display da 4,7", LTE e chipset MediaTek, sono queste le caratteristiche di base per la fascia bassa secondo Sony. Xperia E4g è la variante 4G LTE di E4, ed è stato mostrato al Mobile World Congress 2015 nello stand Sony. Rispetto al modello 3G, lo smartphone integra un SoC quad-core MediaTek MT6732, un display di dimensioni leggermente più piccole e un peso più contenuto. Il prezzo è di circa 129€.

Nel video di seguito riportiamo il nostro primo approccio con lo smartphone giapponese in quel di Barcellona nello stand Sony al Mobile World Congress.


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Sony Xperia M4 Aqua: anteprima in video dal MWC 2015

Pensato per la fascia media, Xperia M4 Aqua è fra gli smartphone più interessanti dell'intero Mobile World Congress. Con un display HD da 5 pollici e processore Qualcomm Snapdragon 615 da 2GB di RAM e supporto alle reti 4G LTE, viene proposto al prezzo consigliato di 299€. Curato sia sul piano fotografico che per quanto concerne l'autonomia operativa, Xperia M4 Aqua sarà disponibile in questa primavera.

Abbiamo avuto modo di provare lo smartphone in quel di Barcellona, e vi riportiamo le nostre prime impressioni di seguito in video.


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Sony Xperia Z4 Tablet: hands-on in video dal MWC 2015

Con un peso di soli 389g, Xperia Z4 Tablet è stato annunciato da Sony come il dispositivo più leggero al mondo nella sua categoria. Il tablet giapponese viene aggiornato con gli ultimi processori di Qualcomm e 3GB di RAM, mentre il display è questa volta Quad HD, a risoluzione 2560x1600 pixel. Come ogni Xperia Z che si rispetti, il nuovo Z4 Tablet ha ottenuto la certificazione IP68 che garantisce resistenza, entro certi limiti, ad intrusioni di liquidi e polveri.

Abbiamo provato Sony Xperia Z4 Tablet dopo l'evento di presentazione al Mobile World Congress, riportando tutte le nostre prime impressioni nel video che pubblichiamo di seguito. Il dispositivo raggiungerà i nostri negozi nel mese di giugno ad un prezzo non ancora ufficializzato. Maggiori informazioni in questa pagina.


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HP Spectre x360 convertibile con display Quad HD

HP ha annunciato anche per il mercato italiano il nuovo PC convertibile HP Spectre x360, progettato con uno chassis in alluminio particolarmente curato e dotato di display da 13,3 pollici con risoluzione fino a 2560x1440 px. Per questo modello HP ha anche prestato attenzione alla mobilità raggiungendo il traguardo di 1,49kg di peso e 15,9 millimetri di spessore.

Nei modelli con risoluzione Quad HD HP ha integrato pannelli realizzati con tecnologia Panel Self Refresh (PSR) in grado di offrire migliori prestazioni in termini di risparmio energetico, mentre i modelli con risoluzione inferiori montano una soluzione IPS. Su tutti i pannelli è poi applicata la tecnologia necessaria a garantire la funzionalità multi-touch a 10 punti.

Sono disponibili varie configurazioni hardware di HP Spectre x360 basate su processore Intel di quinta generazione Core i5 e i7; la memoria onboard è saldata in quantitativi di 4 e 8GB mentre per lo storage sono disponibili opzioni con SSD fino a 512GB.

HP Spectre x360 dispone di una porta HDMI full-size e di un connettore DisplayPort 1.2; inoltre attraverso il modulo Wi-Fi è possibile sfruttare il collegamento Intel Wireless Display per inviare il segnale video a un pannello dotato della medesima tecnologia. Il modulo Wi-Fi offre supporto al più recente standard 802.11ac.

HP Spectre x360 è dotato di una particolare soluzione meccanica che permette di ruotare il display a 360° offrendo quattro modalità di utilizzo: notebook, stand, tent e tablet. Nella modalità notebook potrà inoltre essere sfruttata la retroilluminazione della tastiera.

Oltre a HP Spectre x360 viene anche annunciato HP Spectre Pro x360, la versione per i professionisti nella cui gamma ritroviamo tutte le caratteristiche già disponibili sul modello descritto in precedenza, a cui però si aggiunge la possibilità di scegliere tra i sistemi operativi Windows 7 e Windows 8 Pro, oltre a un set di caratteristiche di servizio e supporto adatte al target professionale. HP Spectre x360 sarà disponibile in Italia da aprile 2015, a partire da € 1099,99 iva inclusa; HP Spectre Pro x360 sarà disponibile in Italia da  marzo 2015 attraverso la rete di partner, al prezzo iniziale di € 1499,99 iva esclusa.


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Final Fantasy XV: video su tecnologia e dungeon

Square Enix ha pubblicato due nuovi video di Final Fantasy XV, il prossimo capitolo della popolare serie di jrpg mosso dal nuovo motore grafico Luminous. Abbiamo un video sulla tecnologia e un secondo più orientato verso i contenuti di gioco.

Meraviglie del mondo 1 mostra la tecnologia, la fauna e l'ecosistema di Final Fantasy XV, tutto gestito in tempo reale.

Episode Duscae, invece, mostra in anteprima uno dei dungeon del gioco.

Il gameplay di Final Fantasy XV sarà una derivazione di quello di Kingdom Hearts con elementi da shooter in terza persona. Visivamente il nuovo capitolo perderà quella connotazione magica che abbiamo visto nei predecessori, con immagini più realistiche. I combattimenti, inoltre, sembrano molto diversi rispetto alla tradizione Final Fantasy visto che il giocatore potrà muoversi liberamente intorno ai mostri.

I giocatori avranno l'abilità di teletrasportarsi sia all'interno dei combattimenti che durante le fasi di esplorazione. Non mancherà ovviamente il party, formato da personaggi con caratteristiche e abilità differenti. Il party sarà predeterminato e composto da tre personaggi, e il giocatore potrà decidere liberamente di passare dall'uno all'altro quando vuole.

Gli autori hanno poi aggiunto che, sebbene alcune cut-scene rimarranno prerenderizzate, altre potranno accogliere al loro interno degli eventi in tempo reale. Durante la narrazione, quindi, il giocatore potrebbe essere chiamato in causa e doversi dimostrare pronto a intervenire. Per esempio, si potrebbe innescare improvvisamente un combattimento.

A breve pubblicheremo un contenuto approfondito su Final Fantasy XV.


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Glary Utilities

scheda aggiornata 45 minuti fa

Glary Utilities integra una serie di strumenti utili alla pulizia, manutenzione e ottimizzazione del proprio PC. Molte operazioni reso possibili da Glary Utilities possono essere compiute anche dagli strumenti standard messi a disposizione dal proprio sistema operativo, ma questo tool rende il tutto più semplice e a portata di mano.


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GeForce GTX 970: class action contro NVIDIA per le specifiche modificate

Written By Unknown on Senin, 23 Februari 2015 | 23.46

Nelle scorse settimane NVIDIA è stata oggetto di aspre polemiche incentrate sulla scheda GeForce GTX 970, modello di fascia alta destinato ai sistemi desktop dei videogiocatori più appassionati basato su architettura della famiglia Maxwell.

Questa scheda è dotata di GPU GM204 in abbinamento a una dotazione di memora onboard pari a 4 Gbytes, specifiche tecniche simili a quelle della scheda GeForce GTX 980 che può vantare un maggior numero di stream processors e una frequenza di clock della GPU più elevata.

E' emerso che le schede GeForce GTX 970 utilizzano una configurazione di GPU GM204 che integra 56 ROPs contro le 64 abbinate alla versione di GPU utilizzata nelle schede GeForce GTX 980. Rispetto a queste ultime il bus memoria è sempre da 256 bit di ampiezza, ma il numero di ROPs presenti implica che in realtà questo bus sia da 224bit affiancato da un secondo bus da 32bit che interviene alternativamente al primo.

Per via di questa particolare architettura (rimandiamo per approfondimenti a questo nostro pezzo) NVIDIA ha rivisto le specifiche tecniche di questo prodotto, meglio comunicandone gli elementi base rispetto a quanto fatto inizialmente. Nulla è cambiato dal punto di vista prestazionale rispetto a quanto evidenziato dai primi test in quanto la scheda ha da sempre utilizzato GPU con questa particolare architettura.

Una volta emerse online queste informazioni si è scatenata una ampia polemica tra gli utenti appassionati, che hanno considerato NVIDIA colpevole di non aver fornito chiare indicazioni sulle specifiche tecniche di queste schede. Nella giornata di Giovedì è stata depositata una richiesta di class action in un tribunale negli Stati Uniti, con la quale viene richiesto il pagamento di danni legati a pratiche commerciali scorrette, pratiche commerciali fraudolente, pratiche commerciali contrarie alla legge e comunicazioni commerciali false. Nello specifico questo è quanto indicato nell'azione:

Nature of the complaint :
This is a nationwide class action brought on behalf of all consumers who purchased graphics or video card devices incorporating the Nvidia GeForce GTX 970 graphics processing units "GPU" herinafter "GTX 970? or "GTX 970 devices" which were sold based on the misleading representation that the GTX 970 operates with a full 4GB of VRAM at GDDR5 (not a less performant 3.5GB with a less performant decoupled 0.5GB spillover), 64 ROPs (as opposed to 56 ROPs) and an L2 cache capacity of 2048KB (as opposed to 1792 KB) or omitted material facts to the contrary.

La class action, la cui documentazione è accessibile online a questo indirizzo, è stata aperta contro NVIDIA e Gigabyte, quest'ultima in quanto il partner AIB produttore della scheda GeForce GTX 970 utilizzata da Andrew Ostrowski, il possessore della scheda che ha dato il via all'azione legale. L'azione è stata avviata da un privato ma è possibile per altri possessori di schede basate su GPU GeForce GTX 970, residenti in nord America, unirsi alla class action.


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